Cronache di Madrid-Prologo
Inizio dalla fine,il che non deve spaventarvi ma è quasi un obbligo .Sono in aereo e stiamo tornando a Roma. Fuori dal finestrino alle nostre spalle ci lasciamo un bellissimo tramonto madrileno mentre davanti a noi si fa sempre più buio.
Stiamo tornando in Italia dopo 5 giorni circa passati nella capitale spagnola che ci (e mi) ha regalato diverso materiale per scrivere. Seguono,in ordine cronologico,o almeno ci proverò insomma,le tanto attese (da chi?come al solito..)epiche e sconvolgenti“Cronache di Madrid”...
Cronache di Madrid ATTO PRIMO-L'ANDATA
Nota per il lettore: ho iniziato la stesura di questo articolo in aereo,tra vuoti d'aria e hostess che vendono alcolici e cioccolate per tenerti buono. Cercherò nel migliore dei modi di raccontare questi giorni fuori dal “Bel paese”,con destinazione Madrid (olè) e mano mano vediamo cosa ne uscirà fuori (ma quanto cavolo ci tengo a 'sto blog eh?!?!anche in ferie penso a voi..). Sono ancora nell'aereo,tra una mezz'ora dovrei atterrare ma intanto accarezziamo le nuvole a un palmo da noi..in questo preciso istante me la sto leggermente facendo sotto per via di una turbolenza vigliacca (oddioooo),qualcuno davanti a me penso che abbia appena vomitato l'anima. Ottimo. Fermi tutti:fuori dal finestrino vedo marrone(ma non è il frutto della mia paura) e come Cristoforo Colombo grido “Terra!!”. Ma prima che l'"italian invasion" inizi facciamo un passo indietro...
Cinque giorni a Madrid,prezzo contenuto,zona centralissima..vi farebbero schifo?a me personalmente no (visto anche che sono due anni che non faccio una vacanza) e allora via si parte insieme alla tua dolce metà che bene o male ha organizzato tutto lei(santa subito). Come mio solito faccio tutto all'ultimo minuto: sveglia quasi all'alba al cantare del coyote,una colazione che mi vergogno quasi a definire tale e via ancora dormiente a fare la valigia (la faccio sempre poco prima di partire,ci metto poco e anche se dimentico qualcosa sarebbe successo lo stesso con ampio anticipo). Si sale in auto direzione Fiumicino,dove ci aspetta il terminal della easy jet. Ora,io non è che sia proprio un espertone di partenze con gli aerei,è la terza volta che lo prendo in vita mia(fischi dagli spalti) e solo in nome aeroporto mi provoca ansie indicibili. Com'è difficile attraversare tutti quei gate,controlli,sottopassaggi,caverne e anfratti..ma vogliamo parlare di quanto sia bello il caro e vecchio treno?!ah che goduria,fai il biglietto,ti metti seduto e non pensi ad altro. Ma a Madrid col treno ci arrivo col piffero (magico) e quindi mi tocca fare l'odiata trafila.Mi sorprendo da solo rendendomi conto che alla fine non è poi così traumatico,basta fare quelle due o tre cose e un aereo lo prende chiunque. Mi sento(non ho detto sono) meno scemo e così,galvanizzato, arrivo fino al mio posto (che non è mio perchè io abbia regolare atto notarile..neanche il posto assegnato se è per questo,funziona un pò come al cinema,chi prima arriva sceglie). Mi sistemo,metto subito la cinta perchè sono 3 anni che non prendo un aereo e mi pare di ricordare che avessi anche un po' paura,soprattutto della fase di decollo. Così mi faccio prendere dal terrore senza motivo e mi avvinghio al seggiolino. L'aereo,come se non bastasse,fa anche un'ora di ritardo per via del maltempo (e sia chiaro la sicurezza prima di tutto eh) e l'angoscia che covava sordida in me trova sempre più terreno fertile e via via sono sempre più spaventato. Gli attimi che precedono la partenza sono sempre quelli:il pilota,di una imprecisata nazionalità,l'uomo che ti tiene per i maroni nel vero senso della parola,accende il microfono dell'aereo e saluta tutti quanti con una sorta di supercazzola ispano-britannica
del tipo "Hola ladies and gentleman aqui estamos come foss'antani en el avion para llegar terapia tapioco de Madrid in the middle of scappellamento in the darkness,gracias por su attenction and keep your sbidicuti". Finita questa doppia capriola linguistica con salto mortale e avvitamento finale nomina con voce da piacione tutte le hostess presenti le quali,con la morte nel cuore,procedono nella loro millesima dimostrazione giornaliera sul da farsi in caso di catastrofe.Nessuno le ascolta:tutti si fanno i cavoli propri,ma in realtà dovrebbero imparare tutti a memoria ogni singola parola e gesto,come io faccio all'istante,perchè se casca l'aereo io crepo ma la coscienza di aver fatto tutto il possibile mentre annego sarà candida. E se dovesse cascare,e mi dovessi salvare,e vedessi crepare quelli che prima facevano tanto i fenomeni,con questa cippa che li aiuterei ma anzi andrei li col dito puntato da professorino dicendo "potevi ascoltare invece di leggere novella 3000,stronza".Ad ogni modo dopo un warm up di circa un'ora capisco che è arrivato il momento della partenza perché l'aereo accelera bruscamente (l'unico aspetto positivo di volare tipo ogni morto di papa e che ti scordi sempre quello che succede ed ogni volta è un po' come se fosse la prima volta). Qui,una volta per tutte,capisco quanto il popolo napoletano sia avanti anni luce rispetto a me: io con cintura allacciata fino al blocco della circolazione che solo ai globuli rossi con targhe pari era permesso passare,fermo immobile in una smorfia di terrore pennellata sul mio volto,che proprio come una tela era bianca come un giglio.
La mia “quasi paura” la definirei una sorta di sindrome,si chiama la P.D.V.P.P.T.T.D.U.V.A.A. (Paura Di Volare Perchè Passa Troppo Tempo Da Un Volo All'Altro). Loro,i partenopei,che non ho mai capito se sono loro che vengono in ogni posto dove vai tu o sei tu che arrivi nei posti dove loro sono arrivati prima di te(rassegnati leghista)cintura slacciata,patatine,bibite,urla e voglia “e pazzià” sono calmi e rilassati come non mai,sembra stiano prendendo un caffè a Capri con il vestito di lino bianco ed il Panama in testa. In quel momento li odio per la loro tranquillità e sfrontatezza,ma non è tempo per le ciarle,mi faccio forza,me la faccio un attimo sotto quel tanto che basta e non mi accorgo neanche che siamo già in volo. L'inizio non è dei migliori,qualche turbolenza la fa da padrone e l'aereo sembra zigzagare. In questi momenti penso sempre a quanto la mia passione per Lost mi fotta dentro
perchè come vedo un aereo di linea o dei seggiolini penso subito a quello..La speranza,in caso di catastrofe, è sempre schiantarsi su un isolotto dove con i Napoletani potrei fondare una nuova repubblica europea di stampo caraibico,una mecca inarrivabile di cui solo noi naufraghi potremmo godere,con collane di fiori,pesca subaqua,noci di cocco e bunga bunga per i più buoni. Torno alla realtà e realizzo che mi trovo nella coda dell'aereo e in caso di disgrazia sarei bello che fregato. Ma ormai i pensieri lasciano il tempo che trovano e mi ritrovo ormai calmo (bugiardo) e rilassato (Occhio Pinocchio sfondi lo schermo con il naso) a scrivere sul mio piccolo portatile. In caso di batteria scarica ho pronto a subentrare a metà della ripresa un fumettone di Hulk da 160 paginozze. Procede tutto per il meglio,le hostess passano una decina di volte con il carrelo,ogni volta con prodotti diversi:cibarie,profumi,giocattoli,sigarette di contrabbando e per i più smaliziati oggettistica da sexy shop. Il gracchiare del microfono del pilota interrompe il clima festaiolo da mercato creatosi nel corridoio e con il suo inconfondibile stile ci annuncia che stiamo per arrivare a destinazione "Ladies and gentleman ahora esperamos por the landing papesatan in the airport of Madrid brematurata with los toreros and please fast your belt arriba arriba arriba." Panico davanti a me,un non meglio precisato passeggero ha un non meglio precisato male (la diagnosi parla di svomitazzamento a causa di manovre alla fast and furious del pilota) ma nel giro di poco le efficienti hostess,sgambettando come in uno spettacolo di burlesque,risolvono tutto. Eccoci che atterriamo,altro momento da prendere con le molle. Liscio come l'olio. Sono salvo.
Il pilota prega i passeggeri di non accendere niente finchè non saremo completamente fermi. Ovviamente,dal gruppetto di napoletani,comincia una fitta rete di chiamate fatte e ricevute,sembra la base Nasa di Houston.Rassicurazioni ai genitori,raccomandazioni e promesse di maccheroni filanti per il ritorno (a mamm' è sempre a mamm'). Lasciamo l'aereo salutando l'equipaggio con un profetico "Adios" e procediamo verso il terminal. Ci siamo. Si respira aria spagnola e cominci a guardarti intorno curioso e spaesato,senti tutti parlare in spagnolo e sopra la tua testa,che tu voglia o meno,appare come nel gioco dei Sims una scritta che dice "TURISTA ITALIANO". Per arrivare a prendere la metro bisogna fare una sorta di "Cammino di Santiago",saranno 10.000 km
Finalmente dopo un lungo peregrinare arriviamo all'entrata della metro. Io, proprio come Dartagnan estrae la sua spada,tiro fuori dalla giacca un foglio con l'intera rete metro di Madrid,con minuziosi appunti sulle fermate da fare e gli scambi da prendere per arrivare vivi all'hotel. La metro di Madrid è semplicemente fantastica,ci sono 12 linee,ognuna contraddistinta da un colore diverso,e ti porta ovunque senza problemi,copre circa 300km di percorso(una cosa fantascientifica da noi in Italia). Eccola che arriva e subito ti stupisci di come sia nuova,bella,profumata e soprattutto pulita. Ti verrebbe quasi da leccare con la lingua i paletti per appoggiarsi se fai il confronto con quelli della metro B di Roma ma desisti e soffochi l'entusiasmo. Il viaggio in metro è tranquillissimo e ci gustiamo stazione per stazione,ed io fiero del mio operato,seguo idealmente la nostra corsa sul foglio da me preparato. Dopo 40 minuti scendiamo alla nostra fermata che è OPERA (perchè c'è il Teatro Real de Madrid) in Plaza de Isabel II. Gli scalini che separano la piccola salita che porta dalla stazione metro all'aria aperta me li faccio come il gladiatore,sento l'intero popolo spagnolo che ad ogni passo grida sempre più forte "ISPANICO,ISPANICO,ISPANICO" .Eccoci..siamo arrivati..Madrid..Il primo impatto è sempre spaesante,ma non hai neanche troppo tempo per fare troppi pensieri perchè c'è da trovare l'albergo (che magari una s'appoggia quei 5 minuti sul letto). Chiedo a un poliziotto dove si trovi Calle de arenal e in men che non si dica arriviamo. Giriamo a destra in Calle de las Fuentes e il navigatore nel mio cervello dice "Sei arrivato a destinazione".Citofono e una voce da vecchia stronza ci chiede chi siamo,io rispondo,ci apre e saliamo al secondo piano. Entriamo:non c'è male,piccolo ma ignorante.La signora,che ribadisco essere una vecchia stronza,a mala pena ci saluta. Ci chiede subito documenti e foglio di prenotazione . Ci siamo finalmente,la mia schiena e le mie gambe già sognano un letto morbido su cui appoggiarsi,soffici cuscini da abbracciare e il meritato riposo del gladiatore....ma la situazione precipita in una frazione di secondo,la vecchia stronza dopo aver controllato mi guarda dritta negli occhi e con tono ammonitore mi parla in uno spagnolo stretttissmo,ma capisco quanto basta per farmi prendere dal terrore:
"Ragazzi,questo NON è il vostro albergo"
FINE ATTO PRIMO
CONTINUA...
Molto fico, aspetto la seconda parte per vedere cosa succede con l'albergo XD
RispondiEliminaSe tutto va bene domani avrai le risposte che cerchi :D
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