sabato 3 dicembre 2011

Fissando il buio

Attenzione: il seguente articolo l'ho scritto in treno dopo una veglia di due giorni con conseguente notte in bianco, e declino la responsabilità di eventuali orrori ortografici. Vi riporto l'articolo nvdo & crvdo, tiè.




Và che roba. Ho sempre detestato scrivere, sia a mano che al computer, complice una pigrizia che scansati. E invece, incredibilmente, questa mattina sul treno, mi sono messo a scrivere un articolo per il blog, cosa che solitamente non faccio neanche a casa.


Và la vita, a volte. In più questo articolo non lo sto scrivendo su un notebook con grazia di connessione online, ma su un fogliaccio di quelli per schizzare i disegni. Con una Bic nera (grande invenzione, le Bic). Mentre solitamente occupo il mio viaggio verso l'italica capitale con l'ascolto atuttovolume di brani rilassanti (tipo i primi dei Metallica, così, per far partire la giornata in maniera rilassante). Quest'oggi scrivo. Complice anche l'ennesima notte senza sonno (notte che, guarda caso, coincide sempre con la mattina scolastica). E a fissare tutta la notte il buio, anche il buio si stufa di te (questo pensiero meta-niechtzano ocomecazzosiscrive era meglio se me lo tenevo per me).
Chiuso il preambolo (Sì, adoro i preamboli,  come ascoltare a tutto volume "Battery" mentre la vecchietta accanto a te ti maledice), arriviamo al succo dell'articolo. Sì, ma quale, che queste righe sono del tutto improvvisate e spontanee, ovvero tutto il contrario di quando dovrò copiarle al computer?
Allora parliamo dei Tool, un gruppo che mi piace assai assai.
Dentro Aenima c'è ficcato un pezzo (message to harry manback) in cui senti una voce insultarti. E fin qui. Il fatto è che in mezzo ai "Fuck you" ad un certo punto si sente un "figlio di puttana, pezzo di merda".

Senza offesa per Johnny Principato

La prima volta che lo ascolti ti dici "ma no, devo aver sentito male" anche perché ripartono gli sfondoni sulla madre dell'ascoltatore in inglisc. Quando, a tradimento, ripartono gli insulti nel nostro idioma. Io, da ventenne in questi anni strani e turbolenti (come lo sono gli anni da ventenni di tutti), mi sono detto: "hai visto che genialata, quale sensibilità artistica, che profonda introspezione" (va bene, in realtà ho detto "alla faccia del cazzo", ma il pensiero è quello). Ne ho parlato quindi con i miei fratelli, chiedendo la loro prima reazione di ragazzi con la gioventù vissuta negli anni '90; mi hanno detto che erano assolutamente convinti che il tizio che registrò loro la cassetta mise quelle voci per insultarli. "ma davvero?" chiesi loro. "davvero, cazzo" mi risposero. Quasi entrarono in guerra con il loro amico per i Tool e oh ma guarda siamo già a Montalto và sta roba dello scrivere è quasi terapeutica.
Ma voi dite: un immagine correlata all'articolo? tòh, eccovela.

E qui scoprii che il sonno mi ha privato della logica per portarmi dietro la fotocamera.
E lo voglio chiudere qui quest'articolo, a Montalto, che c'ho da pettinare le acciughe.
La prossima parte sarà praticamente una recensione (e quindi VERITA' ASSOLUTA) su quella perla di Katanagatari.


Nel giorno più splendente...!

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